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Essere minimalisti non vuol dire per forza fare delle rinunce, men che meno delle rinunce dolorose. In fin dei conti, infatti, essere minimalisti significa privilegiare le qualità sulla quantità. Pensa per esempio alle maglie che una persona può avere nel proprio armadio: ipotizziamo che siano 15. Alcune scure, alcune chiare, alcune a tinta unita, alcune con delle fantasie, a bottoni, con il collo a V, calde, leggere e via dicendo. Tipicamente, di quelle 15 maglie, 4 verranno utilizzate regolarmente, ogni mese. Altre 3 verranno utilizzate molto raramente, mentre le altre, probabilmente, non vedranno la luce del sole da mesi, e non la vedranno praticamente mai.

Di fatto, quindi, in quell’armadio, rappresentativo dell’armadio della popolazione media, metà delle maglie sono perfettamente inutili. Il minimalista è quella persona che anticipa questa situazione e che, anziché acquistare e possedere 15 maglie, ne acquista e ne possiede unicamente 7, sapendo che quella è la soglia sufficiente per avere tutto quello di cui ha bisogno senza sprecare né spazio, né denaro, né attenzione.

Il fatto di rinunciare a degli acquisti ci dà peraltro la possibilità di spendere di più: quelle 7 maglie potranno costare quanto 15 di quelle “normali”. Ci faranno più felici e dureranno di più, con ulteriori benefici dal punto di vista ambientale nonché spesso economico e sociale.

Del resto puntare alla qualità e non alla quantità ci aiuta anche a gestire in modo efficace lo shopping: sei tentato da qualcosa che hai visto in vetrina, ma non è di buona qualità? Aspetta di trovare quel medesimo oggetto di qualità superiore: nel frattempo avrai risparmiato altri soldi, così da fare un acquisto che valeva davvero la pena fare!

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