Il bello di essere minimalisti è, tra le altre cose, quello di avere più tempo per sé stessi. Perché si passa meno tempo a riordinare casa, a fare shopping e via dicendo. E di ottimi modi per investire il tempo libero ce ne sono parecchi, a partire per esempio dalla lettura. Non ne servirebbe per altro tantissimo: basti pensare al fatto che leggendo solamente 10 pagine al giorno si potrebbe arrivare a leggere in un anno 3 volte Il Conte di Montecristo. Ne basterebbero anzi 3 al giorno per finire tutto Guerra e Pace. Entrambe, per altro, letture che tutti i “lettori” dovrebbero regalarsi una volta nella vita, in mezzo a un mare magnum di altre possibilità. Ma a partire dalla propria volontà di diventare ed essere minimalista – unico punto in comune certo tra gli ascoltatori del mio podcast – quali potrebbero essere le letture più indicate? Di sicuro esistono tantissimi scritti dedicati verticalmente al tema del minimalismo, da guide a saggi. Ma certo di tanto in tanto è bello dedicarsi anche alla narrativa. E se è vero che il proprio stile di vita non deve corrispondere per forza con i propri gusti letterari, e altrettanto vero che chi ha un gusto palese per il minimalismo potrebbe trovare particolarmente affascinanti degli scrittori che proprio a questo canone si sono votati nel comporre le proprie opere. Parlo di una scrittura con pochi giri di parole, che arriva subito al dunque, che scansa la verbosità per lasciare posto all’immaginazione del lettore, spesso dedicata a narrare eventi in cui – solo in apparenza – non accade nulla.
Di certo il maestro in questo senso è Raymond Carver, lo scrittore americano capace di racchiudere un universo in una frasetta, sbugiardando la società con poche parole. Ma ancora prima c’erano stati il poeta Ezra Pound e il celebre Ernest Hemingway, così come poi, tra gli anni Ottanta e Novanta, ci sono stati Jay McInerney, Bret Easton Ellis e Chuck Palahniuk. Tutti autori che possono decisamente avere un posto d’onore nella propria biblioteca minima.