Nel 2017 è uscito un film elogiato dalla critica come Downsizing – Vivere alla grande. Per chi non l’avesse visto, nessuno spoiler: all’inizio del film viene presentata una scoperta scientifica che permette alle persone di essere rimpicciolite di 2744 volte, diventando di fatto delle piccolissime miniature. I vantaggi sono immediati: meno rifiuti, meno inquinamento, meno risorse necessarie per vivere, più risparmio, e via dicendo. Ecco, nessuno deve sottoporsi a un esperimento per fare del buon downsizing: anziché agire sul proprio corpo infatti possiamo agire su quello che ci circonda, per avere più spazio nella nostra vita, sia a livello fisico che a livello mentale.
Fare downsize vuol dire quindi liberarsi del superfluo, per avere un ambiente domestico più ordinato e più rilassante. Vuol dire risparmiare, acquistando meno cose e riducendo la manutenzione necessaria. Vuol dire avere più tempo, passando meno tempo a pulire e a organizzare le proprie cose. Vuol dire inquinare meno, e vuol dire essere più felici, perché è un dato di fatto – e ormai in fondo in fondo ogni adulto dovrebbe essersene accorto – che la felicità non arriva da quello che possediamo o che acquistiamo, e anzi, il processo stesso che ci spinge verso gli acquisti rende tendenzialmente la nostra vita peggiore. Fare downsize, di fatto, vuol dire liberarsi di tutto quello che non ci assicura gioia.