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Oggi ci si stupisce di incontrare persone che non sono presenti sui social media. Diamo talmente tanto per scontato che queste piattaforme siano essenziali nella nostra vita da non nascondere la sorpresa di fronte a nuove conoscenze che non hanno né Facebook né Instagram, né Twitter né LinkedIn. Di più: la cosa fa talmente tanto scalpore che online si possono trovare i più differenti magazine che presentano le liste dei Vip senza social media. Ecco allora che stupisce la non “social-medialità” di gente come Daniel Radcliffe, quello di Harry Potter; e ancora, di Emma Stone, di Robert Pattinson, di Kristen Stewart, di Brad Pitt, di Sandra Bullock, di Scarlett Johansson, di George Clooney, di Kate Moss e via dicendo. Questo è il grado di abitudine intorno all’indispensabilità dei social: ci stupiamo che ci siano delle persone che non li usano. E ci stupiamo ancora di più se queste persone sono famose, o semplicemente di successo.

Ma questo bisogna digerirlo per bene e farlo nostro: non è necessario essere sui social per avere successo, per essere felici. Prima di noi, per migliaia di anni, non esisteva nessuno strumento di questo tipo, eppure abbiamo avuto lo stesso enormi imperi, intriganti movimenti artistici, indispensabili rivoluzioni, scoperte che hanno trasformato il nostro modo di vivere. C’è stato un Rinascimento senza Instagram, c’è stata la scoperta della penicillina senza Twitter.

Nel momento in cui ci si rende conto che i social media minano la nostra attenzione e rubano il nostro tempo, quando capiamo che queste piattaforme influenzano negativamente il nostro umore, quando ci sembra che ogni minuto passato sui social ci faccia sentire più inadeguati… ecco, semplicemente è bene ricordarsi che nessuno ci obbliga a usare questi strumenti, e che possiamo avere successo, in qualsiasi campo, anche senza social media. Possiamo essere felici, avere amici, farci una cultura, crescere professionalmente e restare aggiornati senza Facebook, Instagram e compagnia bella.

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