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Di certo hai sentito la massima “Less is more” parecchie volte nella tua vita, ben prima di approdare su questo blog dedicato al minimalismo. Lo si usa in architettura, in cucina, in arte, nel mondo della moda, nella musica, nell’interior design, nell’universo della comunicazione e in tanti, tanti altri contesti.

Ma chi ha coniato questa massima? Chi per primo ha detto che “meno è di più”, nel senso che molto spesso, togliendo qualcosa, si può raggiungere un risultato decisamente migliore, a livello funzionale ed estetico? É stato forse uno chef stellato che ha proposto un piatto sobrio ma capace di inebriarci di un fiume di sensazioni diverse? È stato un guru del marketing, che ha creato una campagna in cui poche decise azioni hanno portato a un successo da urlo? O è stato invece un musicista, che limando e limando la propria opera è arrivato alla vera essenza della musica?

No. A coniare la massima “less is more” è stato un architetto. Tante persone sono convinte che il primo a usare questa frase sia stato l’architetto e designer tedesco Mies van Der Rohe, maestro del Movimento Moderno famoso per i disegni della Casa Farnsworth, della Neue Nationalgalerie di Berlino, del grattacielo Seagram Building nonché di alcuni oggetti di design divenuti iconici, come la famosa Poltrona Barcelona, imitatissima. In realtà, però, Mies riciclò questa frase, in precedenza già usata da Peter Behrens, un architetto per il quale Mies lavorò tra i 21 e i 26 anni.

Senza dubbio, però, fu Mies a dare notorietà alla frase e al concetto, spiegando che, in un edificio come in un oggetto, tutto deve essere realizzato come risposta a un bisogno, senza impuntarsi sulle esigenze del design, che di per sé potrebbe invece mirare all’opulenza. Less is more, per l’appunto.

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