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Chi guarda il minimalismo dall’esterno potrebbe pensare che tutti i minimalisti siano uguali. In realtà non è affatto così: ognuno affronta questo stile di vita in modo diverso, partendo spesso anche da presupposti differenti per muoversi verso obiettivi almeno in parte diversi.

Pensiamo per esempio a chi diventa minimalista prima di tutto per vivere una vita più sostenibile, e per ridurre il proprio impatto ambientale. Ecco che allora questa persona sarà particolarmente attenta al riciclo, al riuso e al recupero, all’acquisto di soli prodotti eco-friendly, e via dicendo. C’è poi il minimalista che desidera sopra ogni cosa avere una vita più semplice, o chi in modo simile diventa minimalista per apprezzare ancora di più la bellezza della semplicità: in questo caso avremmo una persona che, per esempio, abita in una casa con pochi oggetti, ma di grande valore estetico.

C’è poi il minimalista che sceglie questo stile di vita per risparmiare in vista di progetti importanti per la propria vita, e che quindi decide di vivere una quotidianità più frugale per poter viaggiare, per poter acquistare una casa o via dicendo.

E ancora, c’è il minimalista digitale, che passa gran parte della propria giornata connesso alla rete e che quindi concentra i propri sforzi in questi ambienti, impegnandosi per avere uno smartphone che non comporti distrazioni, o per avere un computer che sia un perfetto strumento di lavoro, senza rallentamenti o intoppi.

E che dire del minimalista estremo e ribelle, che vive questa scelta per l’appunto come un atto di ribellione e di disobbedienza? O del minimalista consapevole, che senza avvicinarsi a un approccio estremo si limita ad avere piena consapevolezza di ciò che possiede, concentrandosi prima di ogni altra cosa sulla propria crescita personale e sulla propria felicità?

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