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Da dove iniziare per diventare minimalisti? Gli approcci da cambiare, le attività da iniziare e quelle da abbandonare, i libri da leggere: la quantità di cose da fare potrebbe gettare nello sconforto, ma a pensarci bene questo stesso approccio è contrario al modo di pensare minimalista. É bene quindi partire piano, un passo alla volta, pensando bene a ogni step. A mio avviso, gli step da mettere in campo all’inizio sono tre.

Per prima cosa è necessario iniziare a eliminare il superfluo. Dappertutto, un giorno dopo l’altro. Puoi decidere tu da dove iniziare, tanto più che durante la nostra esistenza “normale” tendiamo ad accumulare cose superflue praticamente ovunque, in ogni spazio e campo della nostra vita. Puoi iniziare dal tuo guardaroba, dagli sportelli della cucina, dalla dispensa, dagli scaffali della camera, o persino dal tuo smartphone, eliminando tutte le app, le notifiche e i social network che ti distraggono e che distolgono la tua attenzione da ciò che realmente conta. L’eliminazione del superfluo dalla propria vita è un passaggio fondamentale, che non termina praticamente mai; si può partire dedicando un giorno all’armadio, un giorno alla cucina e via dicendo.

Il secondo passo consiste nello smettere di buttare le cose “vecchie” o “rotte”. Smettiamola quindi di rincorrere l’ultimo modello di smartphone se il nostro funziona ancora, impariamo a rimettere in sesto calzini bucati e maglie con piccoli strappi, impariamo a utilizzare la colla per ricostruire vasi rotti, e via dicendo. Questo ci permetterà di eliminare gli acquisti inutili, e ci aiuterà anche ad avere maggiore fiducia nelle nostre capacità.

Il terzo step, infine, è risparmiare. O meglio, rendersi conto che lo stile di vita minimalista ci permette di risparmiare, per poter poi usare i soldi che prima avremmo “buttato” in corbellerie in un modo più intelligente e sostenibile. Sta a te scegliere dove dovranno andare i soldi risparmiati: in una casa, in un progetto importante, in beneficenza, in viaggi, in esperienze. L’importante è utilizzare quei soldi non per acquistare oggetti futili, ma per qualcosa che valga la pena d’essere vissuto.

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