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Quando ci si mette al lavoro per rendere la propria casa più minimal, partendo dal decluttering dei vari ambienti e armadi, ci si concentra tipicamente su cucine, stanze da letto, bagni e salotti. Senza però concentrarsi su eventuali aree di passaggio, a partire dall’ingresso. E questo è un errore: un po’ perché in certi casi l’ingresso finisce per essere un ambiente a sé stante, un po’ perché quello è il primo spazio che noi e i nostri ospiti vediamo quando entriamo in casa, un po’ perché spesso è proprio qui che finisce per accumularsi il “di più” del nostro appartamento. Ma a cosa dovremmo fare attenzione per avere un ingresso minimalista, e quindi funzionale, ordinato e tale da rendere sereno il nostro rientro a casa? Prima di tutto dovremmo evitare tutti i mobili o appendiabiti “a giorno”, sui quali tipicamente si affollano giacche, cappotti, ombrelli, cappelli e via dicendo. Molto meglio avere uno storage chiuso in cui inserire in modo ordinato questi oggetti, così da avere un ingresso meno confusionario. Chi proprio non può mettere cappotti in un armadio chiuso dovrebbe impegnarsi per mantenere in vista solamente le giacche che verranno usate settimanalmente.

L’ingresso è il luogo perfetto per la scarpiera, così da abbracciare l’ottima abitudine di togliere le scarpe sull’uscio, per non portare in casa quanto “raccolto” sui marciapiedi: il numero di scarpe da mantenere in questo mobile deve essere però limitato, affinché la scarpiera resti ordinata e funzionale. È molto utile poter contare su una seduta negli immediati pressi della scarpiera, per poter togliere e mettere le scarpe agevolmente; meglio evitare però divanetti o poltrone con cuscini e simili. Sgabelli, piccole panche o la stessa scarpiera (se adatta) sono più che sufficienti. Eventuali altri arredi presenti in ingresso, come tavolini o scaffali, dovrebbero essere mantenuti quasi totalmente liberi (eccezion fatta per esempio per una pianta): per non appesantire l’ambiente, per non creare confusione, e per permettere a chi entra di “appoggiare” i propri averi prima di togliersi le scarpe.

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